[新聞] 拉菲爾的文藝復興瑰寶
http://www.repubblica.it/2006/05/sezioni/arte/recensioni/raffaello-borghese/
raffaello-borghese/raffaello-borghese.html
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[因為專題全文很長,把展覽資訊提前]
Notizie utili - "Raffaello. Da Firenze a Roma".
Dal 19 maggio al 27 agosto.
Roma. Galleria Borghese.
Promossa dalla soprintendenza speciale
per il polo museale romano per il progetto
"Dieci grandi mostre 2006-2015".
Orari: dal martedi` alla domenica 9-19; chiuso lunedi`.
Biglietti: intero 10,50 euro, unico per mostra e Galleria Borghese,
piu` diritto di prevendita.
Prenotazione obbligatoria 06-32810; prenotazione internet: www.ticketteria.it
Servizio didattico 06 841397; fax 06-8840756 serveducpoloromano@virgilio. it
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IL RINASCIMENTO
I tesori di Raffaello
La galleria Borghese di Roma ospita una monografica dedicata a Raffaello
curata da Anna Coliva che presenta 24 dipinti e 26 disegni.
Capolavori celeberrimi come La Fornarina e opere mai prestate all'Italia
come la "Belle Jardinie`re" del Louvre
Goffredo Silvestri
Roma - Tanto tuono` che fu Raffaello.
Una mostra a Roma su Raffaello, pittore "romano" per eccellenza
dei Palazzi Vaticani, era attesa (e rimandata) da anni.
E intanto a Palazzo Barberini si portava a termine il primo
restauro moderno della "Fornarina" che rassicurava sull'intera
autografia.
E alla Galleria Borghese l'intervento altrettanto completo
sulla "Deposizione Baglioni".
E fra 2004-2005, a Londra, National Gallery, si faceva una
grande mostra sul Raffaello giovane.
A Citta` di Castello e` in corso fino all'11 giugno una mostra-dossier
sulle prime opere umbre di Raffaello in cui si scopre che,
neppure diciottenne, si firmava in un contratto "magister Raphael".
Ed ecco finalmente a Roma la mostra sul Raffaello che si e`
preparato a diventare "romano".
Dove preparato? A Firenze naturalmente, ma questa volta
da Firenze non uscira` un grande maestro fiorentino,
ma il pittore che a Roma "con geniale sintesi formale
stabilisce una volta per sempre l'immagine stessa della dottrina,
traduce i contenuti religiosi in immagini di tale forza
che da allora l'intera civilta` occidentale si confrontera`
o si scontrera` con essi.
E' una iconografia che non e` piu` mutata sino ai nostri giorni".
Una lingua universale estratta da un mondo perfettamente
naturale, completamente armonico, ma una lingua che Raffaello
si e` conquistato con fatica, un superamento alla volta.
Dunque "Raffaello da Firenze a Roma", negli anni fra il 1505 e
il 1508, alla Galleria Borghese (dal 19 maggio al 27 agosto)
perche' qui e` conservata la "Deposizione Baglioni" terminata
da Raffaello nel 1507 e considerata la base "per quel
rivoluzionario passaggio dalla struttura compositiva tradizionale
alla concezione dinamica dello spazio" che si compira` negli
affreschi delle "Stanze" in Vaticano per Giulio II.
Dalle Madonne e Bambino, dalle Madonne, Bambino e San Giovannino,
dai ritratti per i ricchi borghesi di Firenze, alla pittura della
grande storia in movimento nello spazio,
assimilando e facendo
proprie le rivoluzioni di Leonardo e Michelangelo lui che era
partito dalla perfezione formale, fredda se non senza anima del
Perugino, del Pintoricchio e dal dinamismo di Luca Signorelli.
Il periodo fiorentino serve a Raffaello ad accumulare "il piu`
possibile di materiale e di idee" per "farli fruttificare
piu` tardi, a Roma".
I termini accettati per delimitare in via indicativa gli anni
a Firenze sono due.
La lettera scritta nell'ottobre 1504 da Giovanna Feltri a
della Rovere a Pier Soderini, governatore di Firenze, che
presenta in modo affettuosissimo Raffaello desideroso di
imparare e quindi di stabilirsi in modo permanente (o quasi)
a Firenze: una lettera che non porto` alcun lavoro al
ventunenne artista che dimostro` di non averne bisogno.
Raffaello aveva una tale fregola di andare ad immergersi
in Leonardo e Michelangelo, che a Perugia lascio` incompiuto
l'affresco per il monastero di San Severo (terminato 17 anni
dopo, nel 1521, dal Perugino: questi si` che erano delle star).
Per terminare, il pagamento per "pitture nella camera di mezzo"
(la "stanza della Segnatura") nel gennaio 1509. Con tutta
probabilita` Raffaello era a Roma dall'autunno 1508.
I tesori di Raffaello
I Raffaello superstiti della collezione Borghese sono tre,
ma in mostra sono 22 (e per alcuni e` un "ritorno a casa").
Questo significa che il soprintendente Claudio Strinati,
responsabile del polo museale romano, e Anna Coliva, direttrice
della Borghese e curatrice della mostra, hanno assediato
i piu` importanti musei del mondo per portare a Roma
un simile campionario (catalogo Skira).
Con un valore aggiunto che e` uno dei punti di forza della mostra:
27 fra disegni e studi (solo tre dall'Italia), importantissimi
per la produzione pittorica di Raffaello con sorprese anche
per la "Deposizione".
Fanno da complemento o approfondimento dei dipinti o
ne alleggeriscono la mancanza mentre hanno appesantito il valore
assicurativo corrispondente ad oltre un miliardo di euro
(un primato di cui gli organizzatori MondoMostre e gli sponsor
avrebbero fatto volentieri a meno).
Ci sono anche una decina di dipinti di artisti contemporanei
di Raffaello, dalla collezione della Borghese: un "San Sebastiano"
attribuito al Perugino, il maestro di Raffaello, ha terminato
da pochi giorni il restauro nelle mani di Elisabetta Zatti.
Al centro della mostra e` una specie di doppio shock:
La "Deposizione Baglioni" che abbiamo sempre visto capolavoro
isolato, unica grande tavola di 1,84 per 1,76, con
la cornice adatta ad un quadro di simili dimensioni
(qualcuno ha detto "un quadro incorniciato dispendiosamente"),
non e` piu` sola.
La pala ha accanto la cimasa rettangolare con l'Eterno benedicente
e angeli, i tre pannelli della predella con le virtu` teologali
e il fregio con putti e grifoni.
Insomma come la "pala Baglioni" era al completo, fino alla notte
fra il 18 e il 19 marzo 1608 quando gli emissari del cardinale
Scipione Borghese, nipote di papa Paolo V, portarono a termine
uno dei primi furti d'arte su commissione, nella sacrestia
di San Francesco in Prato a Perugia, "spacchettando"
l'opera e lasciando quello che al cardinale non interessava.
I tesori di Raffaello
Superato il primo shock, si ha appena il tempo di gioire
per la presenza di 11 disegni sui 16 che si conoscono
come studi preparatori della pala, quando ci si accorge
che Raffaello aveva in mente una celebre opera del
Perugino e pensava a un tradizionale, statico "Compianto
sul Cristo".
Dal quale poi si e` distaccato perche' l'esperienza
fiorentina gia` "mordeva" e il cartone fu infatti impostato
a Firenze.
Il pittore lavoro` sulla pala fra 1505 e 1507 come risulta
dalla data e firma dipinte in basso a sinistra anche se non
sappiamo - avverte Claudio Strinati - per quanto tempo
effettivamente vi lavoro` e le date apposte da Raffaello
sono a volte smentite da circostanze oggettive.
Questa trasformazione avvenne "con un'elaborazione faticosa
e incessante" - osserva Anna Coliva - come testimoniano
appunto i disegni.
I Raffaello in mostra sono notissimi (alcuni spesso in viaggio,
come "Ritratto di uomo" e la "Madonna Esterhazy" entrambi
dal Museo di Belle Arti di Budapest), ma vederli tutti insieme
e in compagnia dei disegni (testimonianza a volte di faticose
elaborazioni), danno una emozione fortissima.
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